Il fenomeno “low cost” sul web design: facciamo il punto

Oggi affrontiamo un tema “meno tecnico” rispetto agli standard di Targetweb ma pur sempre di interesse. Il low -cost sta prendendo purtroppo piede anche in Italia e nella nostra professione. Analizziamone insieme i motivi.

Register o non register…?

Lo “spunto” per questo articolo mi è stato dato qualche giorno fa, quando mi viene inviata una mail attraverso il blog che cito testualmente:

Oggetto:La community dei web designer si coalizza contro i siti low cost.

“La scintilla stavolta è stata la nuova campagna di Register.it che promuove la realizzazione di siti web a pochi Euro sminuendo la figura del professionista che talvola è anche cliente della stessa azienda. Il portavoce di questa campagna è la community “Italian Web Gallery” che, con lo scopo di tutelare i professionisti del mondo web, ha attivato delle campagne di sensibilizzazione volte a far ragionare i propri militanti su quale azienda di hosting usufruire. Direttamente dal sito di Register.it: “Pensavo che creare un sito web richiedesse tante competenze,  tempo e denaro. Invece nulla di più facile, veloce, economico e divertente!”; “Riteniamo che questa frase” dice Paolo Zanoni, uno dei fondatori della commnuity “sminuisca la figura del web designer e sviluppatore web che per anni ha studiato la materia con lo scopo di dare ai propri clienti prodotti di qualità”. Italian Web Gallery, in sostanza, ritiene che quanto promesso dall’azienda di hosting possa creare molta confusione in una materia ancora poco conosciuta dalla maggior parte dei clienti che si trovano a dover conforntare lo stesso prodotto (il sito web) ma proposto con prezzi e qualità ben diversi. A questo si aggiunge il fatto che tra i clienti di Register ci siano tantissi web designer, sviluppatori, web agency ecc.. e anche proprio per questo Italian Web Gallery non ritiene giusto che un fornitore di servizi hosting prima denigri la figura del professionista per poi cercare di scavalcare i propri stessi clienti. “Probabilmente essendo l’addetto al mondo web una categoria non ancora riconosciuta” dice Roberto Belotti, co-fondatore di Italian Web Gallery “ci siamo sentiti offesi e quindi abbiamo deciso di metterci in prima linea per difendere le migliaia di professionisti appartenenti alla nostra community”. La battaglia continua e le community dei professionisti del web si stanno coalizzando per chiarire definitivamente il rapporto con i loro fornitori.”

[button link=”http://www.italianwebgallery.it/blog/perche-i-nostri-fornitori-ci-fanno-concorrenza-spietata.html” color=”blue” target=”blank” size=”large”]Fonte Email[/button]

Tralasciando per un attimo la parte sui fornitori che non dovrebbero mai mettere i bastoni nelle ruote ai propri clienti (cosa che condivido fino ad un certo punto), direi che la frase usata da Register è abbastanza “pericolosa” per un colosso del genere. Se da un punto di vista di mero “marketing” è di sicuro effetto dall’altro va a minare la correttezza nei confronti di designer / developer / e Manager che ogni giorno investono sulla piattaforma di hosting per i propri progetti.

Il pensiero low-cost in Italia

Per quanto possa essere solidale alla causa intrapresa da Paolo Zanoni e IWG, purtroppo il “problema” non è di certo dato da una semplice frase o da register. Si tratta invece di una corrente di  “pensiero” (prettamente italiano, ma in forte crescita anche in altri paesi) del “low-cost” a tutti i costi.

Si cerca sempre il prezzo più basso, a qualsiasi costo. E questo non sarebbe poi un problema nel caso di progetti “amatoriali” e personali. Il VERO problema nasce quando questo pensiero viene adottato anche da coloro che USANO il sito per la propria attività produttiva. E’ come, facendo un esempio stupido ma chiarificatore, se un muratore usasse materiali di pessima qualità, che ritorno economico avrebbe? bhè nel primo periodo sicuramente avrebbe più denaro in tasca, ma nel lungo? Bhè sicuramente subirebbe una perdita di clienti, cattiva pubblicità e sopratutto non riuscirebbe più a “vendersi” nel mondo del lavoro.

Stesso discorso secondo me può essere applicato al nostro lavoro: una società che BASA la sua attività su internet non può investire qualche euro sulla sua principale fonte di entrate, altrimenti è destinata al fallimento.

Esistono poi altre forme, che a mio parere sono più denigratorie rispetto a quelle usate da register. Un esempio lampante è fornito da servizi di crowdsourcing come twago, e molti altri. Non freintendete Twago and co. sono progetti ambiziosi e innovativi molto ben fatti ma in italia non vanno proprio bene. Quasi ogni giorno sulla piattaforma it vengono pubblicati annunci che hanno del ridicolo.

“Vorrei un clone di EBAY con area venditori ultra-personalizzata e app a corredo. Budget: 1000€ “

“Preventivo per la realizzazione di un nuovo social network che possa competere con Facebook e Twitter. Budget 500€ e qualche caramella”

Bhè signori o siete pazzi o poco ci manca. E’ come se io andassi in costa azzurra a chiedere una villa di 500mq sul mare avendo un budget di 100€, penso mi farebbero internare per pazzia.

Ma la cosa più deprimente è che queste richieste assurde talvolta vengono prese in considerazione da presunti “professionisti” che probabilmente non sono altro che disperati e/o studenti alla ricerca di qualche “lavoretto” (magari in nero come è solito fare l’italiano medio). Bhè vorrei dire a questi “presunti” un sonoro: BASTA. Ci siamo stancati di voi che sminuite il nostro lavoro creando lavori approssimativi e “a tempo perso”. Mi dispiace dirlo ma i lavori a tempo perso sono lavori che non porteranno a un reale ritorno economico.

L’altra faccia della medaglia

Non sempre pagare poco è meglio. Anzi. Il più delle volte coloro che spendono “meno” per un lavoro approssimativo in realtà hanno letteralmente buttato via il proprio denaro, dato che il sito/progetto/idea non ha un reale ritorno economico, anzi abbassa solamente il livello e la percezione che gli altri hanno sull’azienda.

E’ vero in tempi di crisi credo sia normale un processo di questo genere, il “cercare” a tutti i costi il prezzo minore. Magari però se le aziende investissero meno in cose inutili (es- commerciali con 100 IPAD e IPHONE da 700€ l’uno)  e un pò più sulla visibilità sul web creata professionalmente potrebbero creare più ricchezza per loro, e per i propri dipendenti.

Conclusioni

Le conclusioni sono sempre state il capitolo più difficile dei miei articoli. Oggi ancora di più. Direi che potremmo riassumere il fenomeno low-cost in una frase: “fate pure… tanto prima o poi cercherete qualcosa di più professionale e vi pentirete di aver buttato via il vostro denaro la prima volta”.

Che dite lasciamo il low cost per i siti personali e progetti senza troppe pretese o continueremo a scavarci la fossa da soli? (In Italia in questo siamo MOLTO bravi). A voi l’ardua sentenza.

  1. Condivido la valutazione, in particolare la conclusione. Noi professionisti del web non vogliamo clienti che si accontentano di poco e non sono pronti a confrontarsi, pure perchè già hanno perso in partenza. Il loro approccio al web sarà sbagliato su tutta la comunicazione. E poi ben venga che uno si possa fare un sitarello gratis. Se il risultato appare lo stesso il problema è nostro non del cliente

  2. Ciao, l’articolo è interessante, quantomeno di attualità tant’è che sto per scriverne uno anche io su una parte dell’argomento affrontato. Ad ogni modo vorrei riportare un mio commento postato anche in IWD solo per non volerlo riscrivere in quanto un po lungo. Spero non sia un problema e sia di aiuto per una discussione:

    Ciao, ho letto l’articolo e letto tutti i commenti. Vedo che c’è molta rabbia sull’argomento ma anche molta confusione. Innanzitutto come già detto in un commento il fatto che un fornitore venda il nostro stesso servizio non è “uno sgarbo” che ci viene fatto ma è business quindi nulla da dover ridire o giustificare. Per quanto riguarda la qualità scadente del servizio scrissi un articolo (http://www.ilfondodelweb.it/post/La-fine-delle-agenzie-mediocri-la-mia-impresa-online-punto-it.aspx) in cui si parlava di un servizio simile (e ne nascono ogni giorno) in cui evidenziavo il fatto che sono servizi che “fanno bene al nostro lavoro” e non il contrario, questo perchè tolgono di mezzo piccole agenzie e professionisti che vendono il servizio a prezzo piu alto ma di fatto simile a quello di questi servizi preconfezionati. Il nostro compito è quello di lavorare bene e lavorare meglio: è come se la Jaguar fosse impaurita delle vendite della Smart…sono due cose completamente diverse, target diversi. Personalmente, da professionista, non vorrei mai un cliente come quello che si affida a questi servizi perchè non ha capito quanto vale il web e quanto si può investire su di esso. Ben vengano questi servizi perchè daranno a questi clienti la possibilità di capire le potenzialità del web e quando l’avranno capito si rivolgeranno (necessariamente a causa dell’infrastruttura) a professionisti seri. Non prendetevela… e se ve la prendete significa che offrite gli stessi servizi alla stessa qualità di questi. Un saluto!

    1. Ciao Daniele, si in effetti concordo sul discorso “sgarbo” non si tratta di questo. Converrai con me però che in questo caso specifico sono stati un pò troppo offensivi con una classe professionale che gli ha fatti crescere in tutti questi anni.

  3. Credo che il tema vada affrontato con chiarezza nei confronti degli utenti-clienti inesperti in materia E’ ovvio e scontato che soprattutto in periodo di crisi si cerchino i prezzi più bassi e in giro si possano trovare servizi in genere che cercano di acaparrarsi tutta questa fascia di clienti, questo avviene in tutti i settori… quello che secondo me è sbagliato è il modo in cuoi vengono proposti questi servizi troppo spesso ci si trova difronte a frasi del tipo “sito in 5 minuti , sito gratis, sito in pochi click!” Quello che serve secondo me è una rete di informazione chiara ed efficace per i meno esperti… Poco tempo fa ho pubblicato sul mio sito un mini ebook in pdf proprio pensando a questo argomento informazione! L’unica strada per combattere la disinformazione (perchè il giochino del sito in 5 minuti funziona e si basa proprio sulla disinformazione dei clienti…) è l’informazione. Secondo me è inutile contestare una frase o un determinato servizio perchè domani potrebbero uscire altre 100 frasi e 100 servizi del genere, l’unico modo è informare le persone sulle differenze sui motivi delle spese ecc. Quando il cliente è consapevole per quanto mi riguarda è libero di fare qualsiasi scelta, se uno vuole spendere 0 che faccia pure… però deve essere informato! anche perchè troppo spesso i clienti che si approcciano per la prima volta alla creazione di un sito web prendono fregature pensando di risparmiare, il sito poi ovviamente non “gira” secondo gli obiettivi e aspettative prefissate e un buon 50% (per esser ottimisti) di questi possibili clienti abbandonano il web per seguire altre strade… ecco questa è una grande perdita per tutti…. se volete potete scaricare il mini ebook a questa pagina semplicemente mettendo un mi piace alla pagina facebook (non so se posso mettere il link e spero di non infrangere qualche condizione d’uso nel farlo, nel caso mi scuso in anticipo) : http://www.facebook.com/ArtWebStyle/app_128953167177144
    Se ritenete che il contenuto sia interessante usufruitene come meglio ritenete giusto (mantenendo la proprietà di autore)… PROPOSTA ! : L’e-book potrebbe anche essere una base da approfondire con il vostro aiuto e provare a farla girare il più possibile gratuitamente per il web ovviamente aggiungendo e correggendo contenuti e credits per chi ha collaborato… Che nè pensate ?

  4. Sono d’accordo con voi ragazzi, un buon progetto web deve essere sviluppato su misura del cliente e spesso questi tipi di servizi, che vengono offerti a prezzi, che non trovi neanche sopra gli scaffali dei supermercati, non offrono questo tipo di consulenza, ma ti vendono un cms installato da riempire.

  5. In definitiva… non credete che l’informazione possa risolvere il problema ? perchè se l’installazione di un cms risolve a pieno le problematiche di un cliente io personalmente ritengo sia giusto installare un cms (a prezzi umani) spiegando che il sito poi va comunque impostato… aggiornato ecc. Se il cliente ha bisogno di 3 pagine in fila vada per le 3 pagine in fila… ma deve essere informato su limitazioni ecc. boh… questo è il mio punto di vista eh… forse sarò impopolare e poco commerciale ma ritengo che alla lunga questo atteggiamento ripaghi…. (almeno spero…) meglio 1 cliente soddisfatto che magari ti porta poi pubblicità e potenziali altri clienti che 10 clienti insoddisfatti di un servizio qualsiasi perchè poi… piano piano ma le voci circolano… (ripeto questo è il mio modesto parere poi nella realtà purtroppo gli italiani son particolari…. potrei portare l’esempio in un altro settore in cui ho lavorato molto, l’immobiliare dove un franchising molto noto tira quotidianamente bidonate enormi ai clienti ormai da decenni… se parli con i clienti tutti lo sanno…. ma in finale l’80% ci casca… e spendono pure di più che con le altre agenzie… sarà la forza delle campagne pubblicitarie sarà il verde del logo… che ispira serenità! ma “vattela a pesca…” ) !

    1. Può aiutare ma non risolve tutto il problema dato che gli “espertoni smanettoni” che in realtà fanno lavori osceni esistono ed esisteranno sempre… così come i servizi che propongono e aggirano i clienti con pubblicità di design professionale come 1&1 et simila. etc

      L’unica soluzione, secondo me, è scritta nell’articolo:se dopo averli INFORMATI vanno comunque in questi servizi bisogna lasciarli buttare via i soldi per poi vederli ritornare con la coda tra le gambe dai professionisti.

  6. Quanto è vero… e sopratutto puoi spendere mezza giornata a spiegare al cliente perchè: un sito web bi-lingue con sezione annunci, interattivo e con servizio sms connesso, non può costare 300€ e sopratutto non può essere pronto in 2 settimane.
    Ma lui continuerà ad insistere che quel sito, agenzia, professionista di turno gli fa tutto a quel prezzo e in quei tempi, il problema? che anche se sbattono la testa contro il muro, continueranno ad essere della stessa opinione, proprio per colpa delle pubblicità dei siti lowcost.

    1. Oltretutto diciamo anche che chi ti può realizzare un progetto complesso senza code è perchè ha le mani in mano…e non è mai un buon segno 😉

      Ad ogni modo cari clienti…volete il progetto pronto in 48 ore? Va bene ma mi pagate le ore notturne +50% del normale come in qualsiasi lavoro…non capisco perchè in Italia c’è questo tipo di discriminazione.

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